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Lo scandalo Volkswagen

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Lo scandalo Volkswagen

On 2 Ottobre, 2015, Posted by , In BLOG, With No Comments

arma devil krom vw

“Volkswagen, gli Usa indagano su altri
5 marchi. In Italia 648.458 auto truccate

Potrebbe allargarsi lo scandalo dei diesel con le emissioni truccate. Il prestigioso quotidiano britannico Financial Times ha scritto che l’Epa sta indagando su altri cinque costruttori.”

Ma dai ? hanno scoperto che altri marchi “taroccano” i dati delle emissioni ? Solo quelli ?

Chi è del settore sa bene che le cose non stanno così !

Come sanno benissimo che oltre a corrompere le istituzioni praticamente tutti i marchi automobilistici hanno reparti speciali dove studiare e programmare le rotture che un’automobile deve avere nell’arco del suo ciclo vitale!

La rottura programmata o meglio dire l’obsolescenza programmata non è una semplice diceria, un falso mito o una semplice follia di qualche blogger: ESISTE!

Ma che cos’è ? E’ una strategia volta a definire il ciclo vitale (la durata) di un prodotto in modo da renderne la vita utile limitata a un periodo prefissato. Il prodotto diventa così inservibile dopo un certo tempo, oppure diventa semplicemente obsoleto agli occhi dei possessori in confronto a nuovi modelli che appaiono più moderni, seppur poco o per nulla migliori dal punto di vista funzionale. Quando l’unico accorgimento preso per rendere obsoleto un prodotto prima del tempo è la pubblicità si può parlare di obsolescenza percepita o simbolica.

L’obsolescenza è nelle lampadine : infatti i marchi storici quali Philips, Osram e General Electric hanno pattuito in comune accordo di limitare la durata media della lampadina a filamento a 1000 ore lavorative. Ora nelle ultime e più moderne lampadine questo limite è stato aumentato, ma è stato ridotto il ciclo vitale di accensioni e spegnimenti ! 

La Dupont negli anni 30 incaricò i propri tecnici di limitare la durata della propria fibra di nylon appena inventata per le calze da donna perchè era troppo resistente e troppo longeva. 

L’obsolescenza è anche presente nella produzione delle stampanti ad esempio, dove arrivate ad un certo numero di copie la stampante non eroga più stampe grazie ad un semplice blocco elettronico. L’assistenza naturalmente esegue un semplice intervento di reset ma a costi che non giustificano il valore del prodotto che pertanto viene sostituito. 

Tutto questo è tutt’ora applicato in praticamente tutti i prodotti di uso e consumo e l’auto ne fa parte. Tutto ciò è necessario per poter garantire la continua produzione di nuovi prodotti, ma a discapito di un’ingente e continua produzione di rifiuti. 

Nell’auto oltre a studiare materiali e rotture meccaniche programmate viene stilata una vera e propria scheda tecnica da rispettare la quale ogni componente viene costruito su una specifica che molte volte non rispecchia il buon senso e la giusta teoria. 

Oggi stiamo migrando in una fase dove l’auto è quasi allo stesso pari della tecnologia elettronica che soffre di un’altro tipo di obsolescenza : quella pianificata.

Il concetto di obsolescenza pianificata è quello di «l’instillare nell’acquirente il desiderio di comprare qualcosa di un po’ più nuovo, un po’ migliore e un po’ prima di quanto non sia necessario» Piuttosto che creare manufatti poveri che sarebbero stati sostituiti in breve tempo, l’idea è di progettare prodotti sempre nuovi che utilizzano le moderne tecnologie, e generassero nuovi gusti e necessità. 

Ma tornando al discorso iniziale sullo scandalo Volkswagen, quello che più fa notizia è sicuramente il fatto di aver nascosto o falsificato dei dati per eludere le normative di alcuni stati, ma quello che è più scandaloso è il fatto che a fronte di una notizia del genere si sia creato uno scandalo mondiale, perchè naturalmente ci sono notevoli interessi in gioco, mentre i notevoli interessi nascosti e voluti per raggirare il cliente finale, come appunto la rottura programmata, non fanno mai audience ! 

 

 

 

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